Presentazione del Corso di perfezionamento in Teoria critica
La Teoria Critica è tradizionalmente associata alla Scuola di Francoforte, un termine coniato per indicare il gruppo di intellettuali che nel 1923 ha fondato l’Institut für Sozialforschung e che, nel corso di un quarantennio, ha sviluppato un’originale combinazione di approcci teorici ed empirici per esplorare e mettere in questione le forme di vita e di autorità generate dalla società industriale capitalistica moderna. Molti dei con cetti fondamentali che hanno dato corpo alla Teoria Critica erano già presenti nell’opera di figure fondamentali del XVIII e del XIX secolo (Kant, Hegel, Marx, Nietzsche). Nella straordinaria temperie politica e culturale dei primi decenni del Novecento, e sull’onda dello sviluppo di movimenti politici e sociali molto agguerriti, il gruppo di studiosi raccolti intorno a Adorno, Horkheimer e Marcuse, ha costruito un’inedita saldatura tra questo patrimonio classico e gli autori cruciali del Novecento. Oggi, la nozione di «teoria critica» include il riferimento alla Scuola di Francoforte, ma non si esaurisce con esso. Più in generale, è un campo in cui confluiscono approcci, metodi e pratiche scientifiche che si predispongono all’analisi della società capitalistica contemporanea con l’intento di porre in questione il potere e la verità, e le condizioni della loro produzione e riproduzione. Detto altrimenti, la critica è la condizione di possibilità per la comprensibilità del nostro tempo. Mentre si volge al proprio oggetto – la società – la critica è costantemente alle prese col proprio statuto. La riflessione sulle possibilità e i limiti del proprio esercizio è – fin da Kant – un compito imprescindibile per ogni scienza che si vuole «critica». Tanto più in una congiuntura come quella attuale, nella quale la critica è diventata oggetto di una tale proliferazione discorsiva da rischiare di depotenziarne l’efficacia.